Final de Temporada Caliente
Una Roma trasformata, ambiziosa, aggressiva: all’ombra della Madonnina si consuma una delle prestazioni più complete della gestione Ranieri.

Nei giorni antecedenti alla partita si era parlato di una Roma in netta difficoltà fisica, si era parlato dell'Inter proiettata verso la vittoria del 21 Scudetto, ma Inter-Roma è stata una gara diversa rispetto alle aspettative, una grande Roma che fin dai primi minuti mette sotto la formazione neroazzurra, passaggi veloce, pressione alta, e nonostante il goal dell'Inter, poi annullato per fuorigioco, i giallorossi hanno continuato imperterriti verso il loro obbiettivo. Nella prima frazione di gioco la Roma tira 9 volte contro la porta difesa da Sommer, e solo uno sfortunato Cristante e un miracoloso Carlos Augusto, il quale fa un salvataggio incredibile, su un'altrettanta incredibile azione sviluppata dagli uomini di Ranieri, condita da passaggi di prima, colpi di tacco e cross tesi, hanno fatto si che il tabellino recitasse solo Inter 0-1 Roma.

Quel goal nato dall'insieme tra la disattenzione della difesa interista e un rimpallo che ha consegnato la palla sui piedi di Soulè, sono solamente lo specchio di quello visto dall'inizio del 2025: una Roma propositiva, volta all'attacco che crea tanto e difende attentamente.

Perchè dal 30' l'Inter prova a reagire ma le coperture di Mancini su Lautaro, e soprattutto il grande sacrificio sia di Soulè che in alcuni momenti della partita si è ritrovato a fare da 5', e sia degli attaccanti in particolare Shomurodov che più volte ha ripiegato in difesa ostacolando la manovra dell'Inter.
Questa l'HeatMap di Soulè, dalla quale si può notare come la maggior parte della sua partita l'abbia giocata praticamente da terzino offensivo.

Questo dato oltre a dimostrare l'enorme duttilità dell'argentino ne mostra anche le capacità fisiche, tecniche e in particolar modo l'impegno che ci ha messo e che ci sta mettendo per conquistarsi quel posto da titolare. Che questa ne sia la rivalsa, dopo le critiche per i tanti soldi spesi, per i tanti errori commessi nelle prime uscite, non c'è ombra di dubbio.
Il secondo tempo è molto diverso dal primo, l'Inter pressa a tutto campo, come mostrato da questi dati: PPDA (Passes Per Defensive Action) misura l’intensità del pressing, valori bassi indicano pressing alto e frequente, valori alti pressing più basso.
Minuti |
Inter |
Roma |
0-15’ |
32 |
14,5 |
15-30’ |
13,3 |
27 |
30-45’ |
8 |
16,6 |
45-60’ |
3,57 |
12,8 |
60-75’ |
4 |
24,6 |
75-90’ |
5,25 |
14,2 |
- L’Inter parte con un pressing molto blando (32), ma dal 15’ in poi aumenta drasticamente l’intensità, arrivando a valori di 3,57 tra 45’ e 60’ minuti, mantenendo un pressing alto fino al termine.
- La Roma invece alterna fasi di pressing più alto (0-15’, 75-90’) a momenti di minor intensità, probabilmente per gestire le energie e reagire al dominio territoriale avversario.
Tuttavia, nonostante l'alto pressing neroazzurro si distingue un uomo in particolare, Bryan Cristante che fa un secondo tempo da 10 e lode, forte sui contrasti, veloce, millimetrico nei passaggi e un muro lato difensivo.
Sin da quando arrivato a Roma ha sempre vissuto stagioni altalenanti, ne mai troppo male ma nemmeno mai troppo bene, in questo match che viene vinto dalla Roma a centrocampo per il dominio fisico e di ritmo, denota come il centrocampista ex Atalanta sia ancora importante per i giallorossi.

Dalla sua HeatMap si nota come fosse onnipresente in tutta la metà campo romanista, lato Dimarco, lato Darmian, e al centro dove ha dominato insieme al solito Konè, autore dell'ennesima prestazione da 7 in pagella, ha marcato da solo nel primo tempo tutto il centrocampo dell'Inter.
L'uomo che non ti aspetti
Un'altra prestazione passata in sordina è quella di Tommaso Baldanzi: il trequartista classe 2003 subentra al 58' al posto di Shomurodov, con un solo obbiettivo tenere palla, potrebbe sembrare una mossa strana dato che normalmente per tenere il possesso si mette un mediano dai piedi buoni come Paredes;
ma la Roma veniva da un'azione sprecata in ripartenza, che è un altro dei tanti miglioramenti apportati da Ranieri da quando siede sulla panchina giallorossa, ma non avendola concretizzata il mister testaccino ha l'illuminazione di mettere un giocatore che tiene palla, ma pur sempre un giocatore offensivo, infatti la Roma fino a quel momento era riuscita ad arginare le manovre offensive dell'Inter grazie al grande lavoro svoltosi a centrocampo e in attacco.
Dovbyk e Shomurodov scalavano sui centrali neroazzurri, e Pellegrini insieme a Konè facevano lo stesso sui palleggiatori della formazione di Inzaghi.
Ogni mossa studiata attentamente, ed è proprio con l'apporto di Baldanzi prima che nei 32 minuti giocati ha portato a termine l'88% dei passaggi tentati,

e Pisilli poi che con la potenza fisica e la qualità che lo contraddistingue, battaglia a centrocampo vincendo ben 4 duelli sui 6 che ha affrontato.

Tour de force
Ed ora dopo la vittoria con l'Inter rimangono altre 4 finali, per inseguire il sogno Champions che manca da 6 anni, per ritornare nei palcoscenici magici che solo la coppa dalle grandi orecchie sa offrire. Analizzando i calendari, così come ribadito da Ranieri in conferenza stampa, la Roma non è sicuramente la squadra più indirizzata verso la conquista del quarto posto, ma dopo la grande partita vista a San Siro, complici anche i pareggi di Bologna e Lazio, sarebbe lecito sperarci e soprattutto sarebbe lecito crederci, ma a referto mancano ancora Fiorentina, Atalanta, Milan e Torino quindi non bisogna dare nulla al caso.
A stagione finita ci sarà tempo per parlare di cosa è andato bene, di cosa è andato male e sicuramente come migliorare, ma ora è il momento per Ranieri ed i suoi uomini di lasciare anima e corpo sul campo come hanno saputo fare nelle 18 partite che la Roma ha giocato da imbattuta in Serie A.