Eldor Shomurodov: l'attaccante operaio

Eldor Shomurodov: l'attaccante operaio

Eldor Shomurodov non è mai stato il centravanti che costruisce gioco o che catalizza l’attenzione con giocate da fuoriclasse. Eppure, grazie alla “cura Ranieri”, è tornato a essere una risorsa preziosa per la sua squadra, soprattutto dalla 18ª giornata di Serie A 2024/25 in poi. Un attaccante che, pur restando lontano dall’immagine del bomber risolutivo, si è ritagliato minuti fondamentali da subentrante, inserendosi in contesti di gara spezzati e disordinati dove le sue caratteristiche di corsa, grinta e generosità vengono esaltate. Analizziamo nel dettaglio, dati e grafici alla mano, il suo contributo nelle diverse fasi di gioco.

1. Contributo offensivo: un attaccante che tiene viva la partita

La prima cosa che colpisce osservando i dati di Shomurodov è il valore degli 0.5 non-penalty expected goals (npxG) per 90 minuti, tra i migliori della Serie A 24/25. Un dato che, però, va letto con cautela: Shomurodov gioca spesso solo 10-15 minuti a gara, e serve quasi un girone per accumulare i 90 minuti effettivi che danno senso alla statistica. La frequenza con cui arriva al tiro è dunque buona, ma va contestualizzata rispetto al minutaggio ridotto.

Dal punto di vista offensivo, Shomurodov si distingue per la capacità di attaccare la profondità e sfruttare il campo aperto. La sua heat map mostra un giocatore che si spende su tutto il fronte offensivo, senza fissarsi in una posizione statica da centravanti puro. Questo dinamismo lo rende prezioso soprattutto nei finali di partita, quando le difese avversarie sono più sfilacciate e vulnerabili alle ripartenze.

Limiti tecnici: dribbling e controllo

Nonostante la generosità e la presenza costante, Shomurodov mostra limiti evidenti nel rapporto con la palla. Tenta 2.68 dribbling per 90 minuti, ma con una percentuale di successo del solo 22,7%: il quarto peggior dato tra i centravanti con almeno cinque presenze in Serie A. Nell’ultima gara ha provato ben cinque dribbling senza riuscirne uno, segno di una difficoltà strutturale nell’uno contro uno.

Anche i controlli sbagliati per 90 minuti lo collocano tra i peggiori nel ruolo. Tuttavia, va sottolineato come la sua attitudine a “provare” la giocata, anche a costo di sbagliare, sia la metafora migliore del suo stile: un attaccante che non si risparmia, che cerca sempre di incidere anche quando la tecnica non lo assiste.

2. Lavoro senza palla: pressing, recuperi e spirito di sacrificio

Se dal punto di vista offensivo Shomurodov non è un finalizzatore puro, il suo contributo senza palla è tra i più alti del campionato. I dati difensivi sono eloquenti: 1.22 possessi recuperati per 90 minuti (percentile 82%), 0.98 passaggi bloccati (percentile 95%) e una media aerea del 42% (percentile 54%).

Questi numeri raccontano di un attaccante che lavora molto per la squadra, pressa alto e si spende in fase di non possesso. Il pressing di Shomurodov non è solo quantitativo, ma anche qualitativo: la sua capacità di recuperare palloni e bloccare linee di passaggio avversarie è superiore alla media dei pari ruolo, rendendolo una pedina fondamentale per disturbare la costruzione dal basso degli avversari.

3. Il ruolo nel sistema Ranieri

La “cura Ranieri” ha restituito a Shomurodov una dimensione tattica chiara. L’allenatore gli ha affidato il compito di entrare nei finali di partita per alzare l’intensità del pressing e sfruttare la sua freschezza atletica contro difese stanche. In questo contesto, la sua generosità e la capacità di coprire ampie porzioni di campo diventano armi tattiche preziose, soprattutto quando la squadra deve difendere un risultato o provare a ribaltare una situazione.

Un aspetto spesso sottovalutato del gioco di Shomurodov è la sua capacità di portare palla e guadagnare metri in campo aperto. Con 1.83 conduzioni nel terzo offensivo per 90 minuti (percentile 88%), si posiziona tra i migliori attaccanti della Serie A in questa particolare statistica. Questo dato conferma la sua propensione a giocare in transizione, sfruttando spazi larghi e situazioni di campo aperto. Shomurodov non è il centravanti che viene incontro per cucire il gioco, ma piuttosto quello che attacca la profondità, si allarga e cerca di puntare l’uomo sfruttando la velocità. In situazioni di contropiede o di difesa avversaria sbilanciata, la sua capacità di avanzare palla al piede diventa un’arma importante per risalire il campo e creare superiorità numerica.

Tuttavia, la sua partecipazione alla manovra si interrompe spesso al momento della scelta decisiva. Shomurodov fatica a rifinire l’azione con precisione, sia per limiti tecnici che per scelte affrettate. Non è un regista offensivo né un rifinitore: il suo apporto si esaurisce spesso nel portare la squadra nella metà campo avversaria, lasciando ad altri il compito di finalizzare.

4. Analisi dei dati

Una panoramica visiva sui punti di forza e debolezza di Shomurodov rispetto ai pari ruolo in Serie A:

Aspetto analizzatoPunti di forza (percentile alto)Punti deboli (percentile basso)
Contributo offensivonpxG per 90’, conduzioni nel terzo offensivoDribbling riusciti, controlli palla
Lavoro senza pallaPossessi recuperati, passaggi bloccatiSuccesso duelli aerei (nella media)
Partecipazione alla manovraConduzioni in campo apertoRifinitura, precisione tecnica
Generosità e pressingPressione alta, recuperiQualità nel dribbling

Osservando i dati, emerge con chiarezza come Shomurodov sia tra i migliori per intensità difensiva e conduzioni in campo aperto, ma tra i peggiori per successo nei dribbling e per qualità nei controlli palla.

5. Il valore di Shomurodov nei finali di partita

Raccontare Shomurodov solo attraverso i numeri sarebbe riduttivo. Il suo vero valore si manifesta nei finali di partita, quando la gara si fa sporca e disordinata. È in questi momenti che l’attaccante uzbeko si trasforma in un’arma tattica: pressa, rincorre, attacca la profondità e tiene viva la partita con la sua energia inesauribile.

Non è un attaccante che risolve le partite con una giocata, ma uno che le tiene vive, che costringe le difese avversarie a restare concentrate fino all’ultimo. In un calcio sempre più dominato dalla ricerca del talento individuale, Shomurodov rappresenta il valore dell’attaccante operaio: intermittente, ma sempre vivo e utile alla causa.

Inoltre nelle ultime uscite, la presenza di Shomurodov al fianco di Dovbyk ha giovato all'attaccante ucraino, liberandolo dalla marcatura stretta dei difensori avversari. Shomurodov, con il suo dinamismo e la capacità di attaccare gli spazi, attira su di sé l'attenzione della retroguardia, creando varchi e opportunità per Dovbyk, che può così sfruttare al meglio le sue qualità di finalizzatore.

6. Conclusioni: un ruolo chiaro, una risorsa per la squadra

Eldor Shomurodov non è il centravanti che cambia le sorti di una squadra con un colpo da fuoriclasse. Tuttavia, nella seconda parte della stagione, grazie alla fiducia di Ranieri, è tornato a essere un giocatore utile, soprattutto in quei contesti caotici e frammentati che spesso decidono le partite di Serie A.

Il suo contributo va oltre il gol: lavora per la squadra, pressa, recupera palloni e attacca la profondità. I limiti tecnici restano evidenti, ma la sua generosità e la capacità di incidere nei finali di gara lo rendono una risorsa preziosa. Shomurodov non risolve le partite, ma le tiene vive. E nel calcio di oggi, anche questo è un valore che non va sottovalutato.

In sintesi:
Shomurodov è l’attaccante operaio per eccellenza, capace di incidere nei finali di partita grazie a corsa, pressing e spirito di sacrificio. Non è un bomber né un rifinitore, ma un giocatore che ha trovato una dimensione tattica chiara e un ruolo ben definito. I suoi limiti tecnici sono compensati da una generosità fuori dal comune e da una capacità di tenere viva la partita fino all’ultimo secondo.

In vista del mercato estivo e alla luce delle ultime prestazioni lo terresti in rosa anche il prossimo anno o lo venderesti per cercare altro ?